Dati AIS, mappe meteo e modelli GFS rivelano come le navi affrontano un uragano di categoria 5: strategia, tecnologia e compartimenti stagni contro la furia del mare
Quando il mare si svuota, non è mai un buon segno.
È quanto accade in queste ore nel Mar dei Caraibi, dove l’uragano Melissa — un ciclone tropicale di categoria 5 — ha colpito Giamaica e Cuba, dirigendosi ora verso le Bahamas con venti fino a 295 km/h.
Sulle mappe AIS di VesselFinder, il traffico navale appare sospeso: decine di rotte interrotte, navi ferme in porto o deviate verso acque più sicure.
Un silenzio digitale che racconta la prudenza dei comandanti di fronte a una delle tempeste più potenti della stagione.

La traiettoria del gigante
Le mappe satellitari confermano l’impatto: Melissa ha toccato terra a sud-ovest della Giamaica, si è poi spostata su Cuba e, secondo le proiezioni GFS, nelle prossime 24 ore raggiungerà le Bahamas prima di disperdersi sull’Atlantico.


Le navi che attendono
Un esempio emblematico è la Desert Oak, un tanker chemical/oil battente bandiera Isole Marshall.
Secondo i dati AIS, la nave risultava in rotta verso Nassau (Bahamas) durante le ore in cui l’uragano Melissa attraversava l’area tra Cuba e le Bahamas.
I tracciamenti la mostrano con una velocità ridotta fino a 1 nodo, segno di una navigazione prudente e d’attesa in prossimità della zona perturbata.
Un comportamento tipico delle unità mercantili che preferiscono sostare in acque più sicure fino al miglioramento delle condizioni meteo.

Come si preparano le navi
Ogni unità segue protocolli precisi di navigazione meteorologica.
I centri operativi delle compagnie ricevono aggiornamenti costanti dai servizi NOAA, MetDesk e dai bollettini satellitari, mentre a bordo i sistemi digitali diventano la bussola moderna:
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AIS (Automatic Identification System): trasmette in tempo reale la posizione e la rotta delle navi, permettendo di evitare zone pericolose e coordinare deviazioni.
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ECDIS (Electronic Chart Display and Information System): la plancia digitale che unisce carte nautiche, radar e meteo, aggiornandosi con dati satellitari. È lo strumento chiave per pianificare la rotta alternativa.
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Radar meteorologico di bordo: rileva celle di pioggia e turbolenza a decine di miglia, aiutando il comandante a “vedere” ciò che i sensi non percepiscono.
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Comunicazioni GMDSS e Inmarsat: garantiscono il collegamento costante con la terra e con le autorità portuali anche in condizioni estreme.

Quando la tempesta è inevitabile
Se una nave dovesse trovarsi all’interno del cono dell’uragano, entra in gioco la parte più fisica e ingegneristica della sicurezza marittima.
I compartimenti stagni e le paratie trasversali permettono di isolare sezioni della nave in caso d’imbarco d’acqua, impedendo che la falla comprometta la stabilità.
Le grandi navi moderne sono progettate per resistere a impatti con onde alte anche più di 10 metri, grazie a doppie paratie, sistemi di pompaggio automatico e chiusure stagne comandate dalla plancia.
La plancia di comando, cuore pulsante della nave, diventa in quei momenti una cabina di coordinamento avanzato: radar, ECDIS, meteo, sensori di rollio e sistemi di controllo motori operano in sinergia per mantenere l’assetto e seguire le procedure di “storm navigation”.
L’assenza di navi nel quadrante tra Giamaica e Bahamas, come mostrano le mappe AIS, non è un’anomalia ma una scelta strategica: restare fermi oggi per navigare domani. Nel linguaggio del mare, l’attesa non è paura, ma rispetto.
📚 Fonti e crediti tecnici
Dati AIS e immagini traffico navale: VesselFinder.com
Mappe vento e traiettoria uragano: Windy.com
Modello meteorologico GFS: WXCharts / MetDesk
Analisi satellitari e bollettini: NOAA / Weather.com (agg. 29 ottobre 2025)